Di Luca Leonardi

Fondatore di Amore Oggi 

www.amoreoggi.it 

 

In Minority Report, un bellissimo film d’azione sci-fi con Tom Cruise, i crimini vengono evitati grazie all’intervento della Precrimine, un’Associazione che grazie alle capacità di divinazione di tre individui dotati, riesce ad avere delle visioni dei crimini futuri impedendoli prima che questi vengano commessi.

Noi però non abbiamo questa possibilità; tutto quello che possiamo fare è leggere i segnali.

La vita è fatta di informazioni e scelte: studiamo ed osserviamo il mondo con i nostri occhi e poi facciamo delle scelte con la nostra mente.

L’azione che abbiamo visto compiere ad una persona è positiva o negativa? Che cosa rappresenta? Che cosa mi dice di lui/lei?

E sopratutto … voglio permettere ad una persona del genere di far parte della mia vita?

Quest’oggi non ti parlerò di dati statistici o di studi particolari che possano dimostrare come un’azione sia spesso introduttiva ad un comportamento dannoso o meno ma voglio condividere l’analisi di una persona reale per poi farti capire come la vita sia fatta di segnali e siamo solo noi che decidiamo in quale modo interpretarli.

 

IL PRIMO SEGNALE

Io e Carlo (nome fittizio per proteggere la privacy della persona) ci conoscevamo fin dalla terza media ma tra noi l’unico rapporto reale era quello in relazione allo sport.

Durante l’adolescenza ci ritrovavamo spesso per giocare a pallone sia tra amici che all’interno di vari tornei cittadini ed organizzati dalla chiesa.

Proprio in seguito ad una di queste partite, una sera, ci siamo ritrovati in un vicolo con un paio di bevande in mano (a questo punto dovrei specificare che erano bevande contenute in bottigliette di vetro) mentre tornavamo a casa.

A qualche metro di distanza da noi c’era un cassonetto e accanto ad esso un gatto che si faceva gli affari suoi.

Fu un attimo: bevve il liquido che gli restava nella bottiglietta e poi, sollevandola sopra la testa con la sua mano destra, la tirò il più forte possibile contro il gatto.

 

CHE PERSONA ERA CARLO?

Carlo era sempre stato il “capo” del nostro gruppo. Era bravissimo nello sport, aveva un modo di fare sicuro di se ed attraente che lo rendeva una sorta di calamita per le ragazze ed un’indole dominante che portava gli altri a rispettarlo e tenerlo in considerazione.

Nonostante la sua attrattiva la prima esperienza sessuale fu, proprio durante gli anni del liceo, con una prostituta dalla quale convinse ad andare molti della nostra compagnia. Da quel momento in poi sviluppò una vera e propria attitudine da “cacciatore” per quanto riguardava le conquiste femminili utilizzando, anche in questo caso, dinamiche non propriamente sane.

A volte mandava uno dei nostri amici più logorroici a parlare con la ragazza che gli interessava perché come da sua stessa ammissione: “così lui le da fastidio e poi quando arrivo io mi vedono un po come il salvatore”, mentre a volte utilizzava metodi più “violenti” come ad esempio in spiaggia lanciare  volontariamente il pallone in faccia alla ragazza che voleva conoscere per poi andare li a scusarsi e conversarci.

Gli insuccessi della sua vita seduttiva per lui non esistevano, li rimuoveva e giustificava costantemente: “Io non ho mai fallito nel rimorchiare una ragazza!” affermava molto fiero di se e quando gli facevo notare che c’erano state volte in cui non aveva avuto successo la risposta era sempre: “ah, ma quella non mi interessava davvero, non conta”.

Era quello che stava sempre attento alla linea della barba e dei capelli, che giudicava l’aspetto altrui, che prestava attenzione alle pieghe della maglietta ed alla quantità di profumo che lo permeava anche prima di una partita di calcio. Quello che scherzava con tutti ma che non perdonava mai chiunque osasse dargli contro, anche ricorrendo alla violenza fisica.

Amava parlare e raccontare storie incantando spesso gli ascoltatori con la sua dialettica nonché amava spesso prendere in giro in maniera <<amichevole>> gli altri membri del gruppo.

 

 

I SEGNALI

Ogni suo atteggiamento era ed è sempre stato un segnale che faceva trasparire la sua natura.

Quindi quali sono esattamente i segnali che abbiamo a disposizione parlando di Carlo?

  • l’atto di violenza contro il gattino
  • l’attenzione maniacale all’aspetto
  • il fatto che giudicava gli altri dando o meno la sua approvazione
  • tecniche manipolatorie nella seduzione
  • utilizzo della violenza in caso di “mancanza di rispetto”
  • parlantina
  • prese in giro agli amici
  • negazione dei fallimenti

 

ANALISI DEI SEGNALI

Avendo a disposizione questi segnali possiamo azzardare una prima analisi della persona.

– L’atto di violenza contro il gattino ci dice che abbiamo a che fare con una persona che possiede un’indole violenta e tanto per confermare gli studi statistici che vengono spesso citati da LINK-ITALIA (APS), sappiamo oltretutto che tale violenza veniva utilizzata, senza troppo pensarci, anche su qualsiasi essere umano potesse mancargli di rispetto.

Abbiamo quindi già una stretta correlazione tra violenza sugli animali e violenza sugli esseri umani.

– Tutti gli altri segnali quale l’attenzione maniacale all’aspetto, il giudicare gli altri, le tecniche manipolatorie in ambito seduttivo, la parlantina per restare al centro dell’attenzione, le prese in giro e la negazione di eventuali fallimenti ci indicano invece una personalità prettamente narcisistica, malsana, che si basa non tanto sull’accettazione personale con tanto di creazione di una propria e solida autostima, quanto invece sul dominio e lo sfruttamento dell’altrui persona e percezione.

La conclusione quindi dovrebbe essere che abbiamo a che fare con una persona potenzialmente pericolosa che mira al dominio altrui, usando ogni mezzo sia fisico che psicologico, più che ad un rapporto basato sull’equità ed il rispetto reciproco

Una volta analizzato questo la domanda diventa: voglio avere una persona come questa nella mia vita?

Prima di rispondere però andiamo a scoprire che tipo di persona è diventata Carlo anni dopo.

 

ANNI ED ANNI DOPO

Ci siamo persi di vista per anni e poi, improvvisamente, ci siamo re-incontrati.

Lui si era sposato con una bravissima ragazza ed aveva messo su famiglia; sicuramente c’erano stati molti cambiamenti positivi nella sua vita.

Nonostante sembrasse estremamente felice della sua nuova vita familiare era evidente che questa lo facesse sentire <<vuoto>> talmente tanto da portarlo a cercare i più disparati modi per <<riempirsi>>.

Gli era rimasta la passione della pesca a cui si era aggiunta quella per la caccia nonché quella per il gioco d’azzardo e più nello specifico, per le slot machines.

Mostrava interesse ed amicizia nei miei confronti ma, nonostante io riconosca l’utilità del suo aiuto in diverse circostanze di necessità, la sua amicizia sembrava più il bisogno personale di riempire un vuoto con qualcuno che gli gironzolasse intorno che una vera amicizia.

Si lamentava spesso di come tante persone che conosceva non si facessero sentire o fossero inaffidabili e quindi per lui ero una sorta di toccasana, non senza rinunciare però ai suoi atteggiamenti mirati alla supremazia nel rapporto.

L’insoddisfazione principale era legata alla sfera sessuale della sua vita o, per meglio dire, a quella delle conquiste e più volte lo ha portato a dire cose tipo: “prima o poi la vicina di casa me la faccio” o “ma alla fine se anche andassi con altre donne questo mi renderebbe un cattivo marito? Io non penso, dopotutto lo stipendio a casa lo porto ugualmente”.

 

I NUOVI SEGNALI

  • L’atto di violenza contro il gattino si è trasformato in una vera e propria passione per la caccia.
  • Tentativo di riempire la propria vita con più emozioni possibile tra pesca, caccia, sport e gioco d’azzardo.
  • Dinamiche relazionali basate principalmente sul guadagno personale.
  • Desiderio esternato di conquista seduttiva e/o infedeltà coniugale.

 

NUOVA ANALISI DEI SEGNALI

Credo che il matrimonio avesse non tanto <<curato>> la sua indole violenta quanto l’avesse piuttosto <<Imprigionata>>: il desiderio era sempre lì presente e la passione per la caccia permetteva uno sfogo <<legalizzato>>.

La stabilità del rapporto, stando alle continue esternazioni relative alla possibilità di tradire la moglie e al bisogno di <<giocare>> con altre donne, anche solo flirtandoci senza andare oltre, sembrava per il suo inconscio più un peso che una felicità, nonostante razionalmente esprimesse gioia e soddisfazione.

Una delle principali caratteristiche delle persone con disturbi è l’ incapacità di restare coerenti. Nel caso specifico c’è sicuramente una forte incoerenza di fondo tra la felicità del matrimonio ed il desiderio di infedeltà e conquista.

Sapendo questo possiamo giungere alla conclusione che Carlo fosse rimasto la persona di prima ma che, grazie al matrimonio, avesse <<imprigionato>> la sua indole più <<malsana>> nel tentativo di vivere quella che tutti quanti definirebbero una vita <<normale>>.

Questo imprigionamento emotivo però gli creava disagio e da qui l’inaffidabilità come partner nonché il rischio futuro di una qualche forma di <<esplosione violenta>> che spero non si verifichi mai.

 

LA MIA SCELTA?

Carlo ha una moglie, una figlia, un lavoro ed una propria vita.

E’ entrato in terapia per curare la dipendenza da gioco d’azzardo e, che io sappia, non ha mai attuato comportamenti violenti all’interno del nucleo familiare.

Io, personalmente, ho scelto di chiudere i rapporti con lui quando, in un mio momento di grande fragilità emotiva, piuttosto che dare una mano <<in amicizia>> ha preferito basare ogni interazione sul dominio con la modifica di alcune discussioni via messaggi nel tentativo di farmi apparire fuori di testa e la seguente richiesta di intervento della polizia, basata proprio su quelle conversazioni falsate, per apparire il salvatore della situazione.

La tecnica manipolatoria utilizzata in questo caso è stata in primis il <<Gaslighting>>, ovvero una manipolazione dei fatti attuata per far dubitare le vittime della realtà.

Non ho dubbi che il suo piano per apparire nuovamente il salvatore tramite falsificazione e sminuimento di un’altra persona sia stato per lui e la sua indole una sorta di <<boccata d’aria fresca>> dopo anni di totale inattività.

Al mondo esistono tante persone disposte a soprassedere a questi atteggiamenti … ma io non sono mai stato tra quelle.

 

CONCLUSIONI

Tutti quanti noi abbiamo a che fare, in un momento o in un altro della nostra vita, con un Carlo.

Vediamo i suoi comportamenti e le sue azioni, ascoltiamo le sue parole e poi decidiamo.

Lo vogliamo all’interno della nostra vita o no?

Non c’è niente di certo: i segnali che recepiamo potrebbero risolversi in una bolla di sapone così come in un massacro di massa.

C’è chi decide di sperare, chi si chiude gli occhi e rifiuta di vedere la realtà, chi decide di non voler correre rischi e chi si sente talmente intrappolato in un rapporto da avere paura di spezzarlo o, addirittura, da pensare che sia impossibile spezzarlo.

La realtà però è che noi siamo pienamente responsabili delle nostre scelte.

Siamo noi che decidiamo chi tenere all’interno della nostra vita e chi no.

Spero che questo piccolo articolo possa aiutarti a riflettere su quante volte, giorno dopo giorno, ci troviamo davanti a segnali che spesso neanche teniamo in considerazione, nonché sul fatto che qualsiasi cosa succeda siamo quasi sempre noi i fautori del nostro destino.

Questo è tutto quello che volevo: favorire una riflessione che potesse essere costruttiva.

Nella speranza che il mio obiettivo sia stato raggiunto ti auguro il meglio.

Luca Leonardi

AmoreOggi.it